San Marcello

2 dic 20141 min

Il linguaggio che non ti aspetti… Il mio contributo allo stage su catechesi e disabilità.

Quando mi è stata fatta questa proposta, mi sono subito resa conto della difficoltà di un seminario rivolto a un pubblico indifferenziato, di cui dovevo presupporre la mancanza di qualsiasi conoscenza specifica ma a cui mi era stato chiesto di dare degli strumenti essenziali per accogliere le persone autistiche in maniera rispettosa della loro storia e della loro condizione.

Un compito arduo e complesso perché sempre a rischio di banalizzazione/semplificazione ma una sfida che ho voluto accettare in nome di tutti quelli che si sforzano di “costruire ponti” tra mondi comunicativi apparentemente così diversi.

Ho scelto dunque di ripercorrere insieme a chi mi ascoltava (catechisti ma anche insegnanti, studenti e genitori) gli stessi passi che, come madre, ho dovuto affrontare quando anch’io ho dovuto capire e imparare. Ho voluto che fosse una testimonianza nel senso più puro del termine, in cui ho condiviso le mie difficoltà e il mio smarrimento in modo semplice e sincero, esemplificando così quello stesso smarrimento e quelle stesse difficoltà che l’impatto con il variegato mondo dello spettro autistico provoca in chiunque lo sperimenti.

Perché se c’è una cosa che ha avuto veramente successo (e che soprattutto aveva senso fare…) è stato il percorso di riflessione sulla nostra maniera di comunicare, su ciò che diamo per scontato, sul delirio di superiorità della parola sulle altre forme di linguaggio che ci portiamo dietro senza neanche rendercene conto…

Ringrazio suor Veronica Donatello, referente della Cei per il settore della disabilità, e don Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio catechistico di Roma, per la fiducia che mi hanno dimostrato e l’originalità dell’esperienza in cui mi hanno coinvolto. Se me lo avessero detto qualche tempo fa non ci avrei creduto ma anche questa è la dimostrazione che le vie del web sono infinite… 🙂

Maria Grazia Fiore

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