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  • San Marcello

La città della gioia




Il 6 giugno 1987 quando facemmo la Cresima ricevemmo in regalo dai nostri catechisti il libro di Edward Le Joly "Lo facciamo per Gesù". Lui era il confessore e il direttore spirituale delle novizie e delle postulanti delle Missionarie della Carità.

Di Madre Teresa mi ha affascinata la semplicità e la tenerezza, l'umiltà e la fede. Lei ha aiutato tanti malati, ma non lo ha fatto in grandi ospedali. A volte si addobbano le chiese con tante piante, ornamenti, ma si fa poca attenzione alle persone, alla preghiera.

Una volta un giornalista le chiese come riusciva a fare tutto questo e lei rispose: "Pregando e affidandomi a Dio".

Il 14 luglio quando Mario ha celebrato la sua prima messa da Padre Missionario della Carità a S.Marcello, ho incominciato a ripensare a questa santa stupefacente e oggi mi ritrovo a leggere un altro libro che mi parla di lei "La città della gioia" di Domique Lapierre, regalatomi questa volta al compleanno.

Nella prima parte si racconta di due personaggi Hasari Pal e Paul Lambert che arrivano nella stessa città di Madre Teresa. Il primo vi è andato per poter sopravvivere, per poter lavorare; il secondo per aiutare i poveri e per farlo decide di vivere come loro, fino al punto che anche quando si ammala di colera, anzichè essere curato in un grande ospedale francese, pretende di essere ricoverato in quello di Calcutta. Quando finalmente riesce a guarire, dopo aver visto le condizioni disastrose di quell'ospedale, decide che deve fare qualcosa e solo Madre Teresa può aiutarlo.

Lei inizia la sua opera nell'intento di far morire i poveri nella dignità e nell'amore, loro trovano l'affetto e la pace. Il capo della polizia, che era andato ad indagare sulla suora dopo aver ricevuto delle denunce a suo riguardo ( come accade a Papa Francesco che viene accusato da alcuni addirittura di seguire Lucifero), la vede chinarsi su di un uomo e lei gli parla con tenerezza e gli promette che starà meglio, che non ha più niente da temere, che è amato. E all'improvviso una strana serenità illumina il viso del malato.

Alcune signore dell'alta società vanno volontarie a curare i moribondi al fianco delle suore.

Madre Teresa non accoglie solo i moribondi, ma anche i neonati abbandonati e i lebbrosi.

Una frase mi ha colpito molto nel libro: "Nella catastrofe dell'alluvione" racconterà Lambert "gli abitanti della Città della gioia erano diventati tutti fratelli". Mi ha fatto ripensare a una frase di don Andrea di qualche domenica fa: "Nessun operatore deve ostacolare la comunione della Comunità".

Non so se noi siamo diventati più fratelli, ma spero che questa mancanza della Comunità, per il coronavirus, ci porti ad essere più attenti agli altri e a pensare prima di parlare dicendo qualcosa di spiacevole, perchè potremmo urtare la sensibilità dell'altro.

Buona Pentecoste a tutti!!!


Maria


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