Capisco tutte le ragioni della prudenza e dell’opportunità, il timore di perdere i finanziamenti per gli oratori, di essere additati come nemici o, peggio, “comunisti”, ma non posso dimenticare quel che diceva il mio primo direttore più di venti anni fa: “dell’opportunità si risponde agli uomini e si può sempre rimediare, della verità si risponde a Dio, nell’ultimo giorno, e sarà troppo tardi. Per questo tra l’opportunità e la verità preferite sempre la verità”. E la verità che vorrei sentire oggi dalla mia Chiesa è quella dell’ingiustizia di una divisione che dice che ciascuno “è padrone in casa propria”. La legge del “quel che è mio è mio e quel che è tuo è tuo”, ricordava qualche settimana fa Piero Stefani, “in un mondo di diseguaglianza sancisce per sempre la disparità tra gli uomini”.
Vorrei che i parroci che incontro, tutti i parroci, gridino che Dio ci ha insegnato un amore senza misura. E che mi ricordino che le braccia devono restare aperte, anzi spalancate, ad abbracciare l’umanità. Come quelle del crocifisso che tanto difendiamo. Tratto da: Padroni in parrocchia nostra di Annachiara Valle
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