Ieri ho letto la preghiera che don Vito ha scritto e ho voluto condividerla con voi, perchè di solito partecipiamo con molto interesse ai suoi incontri e ci può aiutare a vivere meglio questo periodo:
Ci mancherà il suono delle campane...
Nella nostra Parrocchia-Santuario Santi Medici di Bitonto ordinariamente si celebrano almeno tre messe. Due in più la domenica. Sembra che sia un po' ogni giorno domenica. Stasera è arrivata la notizia che un po' ci aspettavamo...sospese tutte le celebrazioni per evitare assembramenti e scongiurare ulteriori contagi. Almeno fino al 3 aprile.
Ammettiamolo. Sono giorni di paura. La paura di ammalarci o che si ammali chi amiamo, la paura che il nostro lavoro risenta brutalmente degli effetti delle misure precauzionali. La paura, improvvisamente, di perdere tutto. Ci guardiamo e cerchiamo di cogliere ovunque segni di normalità, e mai come in questo momento chi ci fa ridere ci porta respiro, chi cammina sorridendo ci sembra annunciatore di pace. Ma vi mentirei se vi dicessi che “andrà tutto bene”. So che si moltiplicano scritture eleganti di preghiere per chiedere a Dio che ci risparmi: ma io, fratelli miei, sorelle mie, non la so fare una preghiera che chieda a Dio di scamparmi. Vi prego, insieme con me e con i miei fratelli sacerdoti di pregare il buon Dio che non ci vinca la tentazione di venderci l’anima per la sicurezza e pregarlo come se fosse un mago pronto ad esaudire un desiderio. C’è molto, molto di più nel Vangelo: una voragine. Strepitosa, vertiginosa voragine che però non porta nell’abisso ma nella trascendenza: eh sì, lo so che è una parola che non si usa più. E forse un po' anche noi preti abbiamo smesso di coniugare trascendenza e giorno, le vette dell’eternità e le cose del mondo. È la fatica di scendere dal Tabor dopo aver contemplato il brillare del Volto del più bello tra i figli dell'uomo.
Vi prego miei cari di pregare insieme con me il buon Dio perché ci contagi la sua logica: la logica che lascia la sicurezza e si abbandona, come Maria, al futuro che non sa eppure… si fida. Si fida non scioccamente ma appassionatamente di un annuncio che è misterioso e non ha compreso del tutto. Chiediamo a Dio che ci aiuti a dire il nostro Sì: è arrivato il tempo, anche per noi, adesso, in cui scegliere d’essere finalmente cristiani, non soltanto buoni frequentatori di incensi.
Io non so se “andrà tutto bene”: ma so che in qualsiasi modo andrà, non “tutto” sarà perduto se, anche qualora dovessimo perdere salute e soldi, saremo una comunità, ci guarderemo negli occhi non come untori o predatori della nostra stessa preda ma come… fratelli, sorelle.
Il futuro è sempre, per tutti, misterioso: se penso a chi, tra noi, ha perso un figlio o una figlia, ho ben chiaro che loro “la fine del mondo” l’hanno già vissuta...penso ai genitori di Francesco, Donald, Ettore, Chiara, Federico, Antonella e Pierluigi e tanti: eppure sono teneramente tra noi, tenendo la rabbia e lo strazio addomesticati, come memorie preziose di ciò che conta, continuano a vivere, a credere, a costruire, a guardarci negli occhi non come scampati da odiare ma come fratelli e sorelle a cui poter dire: “non temere, non sappiamo quel che viene ma sappiamo che Dio mantiene le promesse.” E sono promesse sì, di morte e resurrezione.
Adesso, che in molti modi, dobbiamo forse scendere nei nostri inferi, teniamoci la mano anche senza toccarci e quando uno di noi crederà che la disperazione sia per sempre e lo strazio eterno, gli uni con gli altri ci ricorderemo che “il terzo giorno resuscitò”. La paura ci prende e ci prenderà: è umana e ci occorre. Senza la paura, non sapremmo seguire le norme precauzionali con attenzione. La paura ci svela che amiamo terribilmente la vita. Ma quello che possiamo con attenzione fare è vegliare affinchè non ci conquisti, non ci possegga, non diventi l’unica cifra del nostro esistere, guardarci, pensarci. Non diamogli residenza! Così come guardiamoci dalla spavalderia: la vita è una cosa seria!
Non sappiamo se andrà “tutto” bene: ma possiamo sapere che possiamo, qualsiasi cosa accadrà, rispondere da bestie o da uomini, da predatori o da innamorati pazzi di un Dio che va incontro alla morte, scende nel vuoto e poi trasforma quella perdita nella rivoluzione della Storia, delle storie.
Non ci saranno messe. Ma non manchi la carità. Non potremo cibarci dell'Eucaristia ma potremo vivere sempre il suo significato. Anche nel quarto Vangelo sparisce l'istituzione dell'Eucaristia ma resta il catino e il grembiule come prova del nove di quanto vissuto.
Ritorneranno a suonare le campane ma intanto diventiamo ciò che l'Eucaristia significa. Ci manca già l'Eucaristia ma a nessuno manchi la nostra carità.
Troveremo i modi per sentire la comunione anche abitando e rispettando la distanza. Come una madre, come un innamorato. Col desiderio di riabbracciarci al più presto.
Suoneranno ancora e di nuovo le campane... intanto prova a far suonare il telefono di qualcuno che ha bisogno di una parola amica. Magari organizzati per portare la spesa a un anziano o a un ammalato del tuo condominio o della tua strada.
Abbi un pensiero caro per tutti coloro che sono più fragili e tremano dalla paura. Un pensiero per gli anziani e i soli e gli ammalati. Non far mancare una preghiera e magari anche un gesto di affetto per tutti coloro che vengono accolti nei diversi Servizi della nostra Fondazione Opera Santi Medici, per loro, per gli operatori e i volontari specie dell'Hospice, della Casa alloggio e della Comunità terapeutica. E per tutti.
Non suoneranno le campane... ma questo non impedirà allo Sposo di starci accanto e di manifestare la Provvidenza del Padre.
La Vergine Maria e i nostri Santi Medici ci sono accanto .
Signore, non mi scampare: scampaci tutti insieme, dalla tentazione di impazzire per il timore di perdere tutto. Signore, abbiamo già perso, questo è: senza di Te, niente ha vero senso, niente resiste, niente è per sempre. Signore, aprici il cuore e la testa come voragine: e facci cercare l’eternità, adesso. Amen!
Vi saluto fraternamente assieme a don Oronzo, don Francesco e don Tommaso.
Nell'attesa che le campane tornino a suonare Vi abbraccio d. Vito
Grazie don Vito!!!!
Maria
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