Due narratori: un uomo, una donna.
E cinque storie vere di coraggio ambientate durante la guerra civile che ha insanguinato l’ex Jugoslavia tra il 1991 e il 1995: un conflitto ancora così vicino nel tempo, una ferita ancora aperta nel cuore dell’Europa, oggetto di un’incredibile rimozione collettiva.
Ammonisce subito il narratore: “Ma io conosco quale domanda si agita nelle vostre teste…la conosco bene. E’ la stessa che noi ci facciamo ogni sera prima di salire sul palco: perché ricordiamo questa guerra? Che senso ha farlo? ‘Chi non conosce il passato è condannato a riviverlo’, disse qualcuno. Le sue parole ora sono quanto di più vicino ad una inquietante profezia…”.
Nascondere il vicino in casa propria, dare un passaggio ad una donna, aiutare con del denaro un amico, condividere il cibo con un ragazzo: piccoli gesti, che diventano enormi esempi di coraggio ed umanità in un tempo di guerra in cui la malvagità sembra prevalere, in cui proprio l’aiutare quel vicino di casa, amico, conoscente, ma di etnia e religione differente, potrebbe costare la vita.
Questi cinque spaccati di vita non sono dunque folkloristiche “storie della guerra”: sono un preciso invito (“E tu, cosa avresti fatto?” è l’eloquente interrogativo del sottotitolo) a meditare sulla necessità delle scelte individuali in un vissuto quotidiano al bivio continuamente tra un pigro egoismo ed un sollecito slancio di solidarietà.
“La scelta” ricorda quindi che esiste il bene in mezzo al male: occorre però riconoscerlo e volerlo concretizzare, senza nascondersi dietro alibi di comodo. Lo spettacolo consegna agli spettatori storie vere di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di ribellarsi ai pregiudizi, di rompere la catena dell’odio e della vendetta: che hanno, in altre parole, avuto la capacità di “vedere oltre”, di vedere cioè un essere umano in quello che poteva apparire semplicemente come “il nemico”, al di là di ogni interesse personale ed anche a rischio della propria vita. Salvare l’altro significa, così, salvare anche se stessi.
Il Segretariato Sociale della RAI ed Amnesty International – organizzazione non governativa attiva dal 1961 in difesa dei diritti umani, e Nobel per la Pace 1977 – hanno patrocinato lo spettacolo: esso trascende le vicende dei singoli personaggi, per diventare un autentico manifesto per i diritti umani. Merce preziosa, in un momento storico in cui è di capitale importanza ricordare la centralità della dignità umana.
Raccolte da Svetlana Broz (nipote di Josip Broz, più noto come Tito) con un piccolo registratore direttamente sui campi di battaglia, e contenute nel libro “I giusti nel tempo del male”, queste cinque storie sono affidate alla sensibilità e bravura di due giovani attori: Marco Cortesi, qui anche in qualità di regista, diplomato presso l’Accademia D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, e Mara Moschini, attrice di tv e teatro.
Nel corso della serata, sarà possibile anche sottoscrivere appelli a tema di Amnesty International.
Ed in collaborazione con il Gruppo Italia 70 di Bari di Amnesty, “La scelta” sarà rappresentata nell’Auditorium “don Franco Ricci” presso la parrocchia di San Marcello, sabato 10 marzo, alle ore 20,00.
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