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San Marcello

Ascoltando la Sua Parola

Ieri abbiamo partecipato al ritiro di Avvento, al contrario delle altre volte lo abbiamo incominciato il pomeriggio, ma grazie alla capacità di sintesi di Sabino Chialà, priore del Monastero di Bose a Ostuni, siamo riusciti a dire l’essenziale in poco tempo.

L’argomento che ci ha proposto è stato: “Perché e come leggere la Bibbia?”. Devo dire che è un tema molto interessante, anche perché diversi di noi non riescono a trovare il tempo di leggerla da soli e lo fanno solo in Comunità durante gli incontri o durante la celebrazione Eucaristica. Altri provano a farlo e accorgendosi della difficoltà nella lettura, rinunciano. Ma ci sono anche quelli che l’hanno letta più volte. Sabino ieri citava San Girolamo che diceva: “Ignorare la Sacra Scrittura significa ignorare Cristo” e San Giovanni Crisostomo: “La piaga del nostro tempo è credere che la lettura della Bibbia sia solo per i religiosi. Ma il male peggiore è ritenere che sia inutile”.

Lui ha detto che la parola di Dio è ovunque, infatti Isacco di Ninive affermava che il primo libro di Dio è stato la creazione, quello scritto con l’inchiostro lo ha dovuto creare perché non eravamo in grado di comprendere. Sabino ci ha proposto il metodo di Guigo il Certosino per leggere la Bibbia, che prevede quattro momenti:

  1. la lettura attenta (lectio)

  2. la meditazione (meditatio)

  3. la preghiera (oratio)

  4. la contemplazione (contemplatio)

Lui ci ha detto che la lettura è il momento della fatica perché richiede un approccio serio e quotidiano. Ma ci ha anche rassicurati ricordandoci le parole di Efrem il Siro: “Immaginate di essere davanti alla fontana, noi non vogliamo esaurire l’acqua ma dissetarci”, ci ha consigliato di non preoccuparci di non capire tutto, ciò che non capiamo oggi potremmo comprenderlo domani.  Oltre all’immagine della fontana mi ha colpita quella della Bibbia come una noce, suggerita da Origene. Sabino ci ha detto di non avere paura di essa, di picchiarla, perché fuori il guscio è duro, ma dentro il frutto è dolce.

Abbiamo concluso dicendo che il fine di chi legge la Scrittura è che la incarni, anche perché alcuni possono leggere solo la nostra vita e si avvicinano a Dio se si accorgono che viviamo seguendolo. Dopo il momento di silenzio ci sono stati diversi interventi belli e Sabino ha completato con le sue risposte. Siamo stati molto contenti di averlo ascoltato e naturalmente gli abbiamo chiesto di tornare, poi mentre noi abbiamo pregato con i Vespri lui è andato ad Ostuni.

Maria

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