Leggendo le letture di oggi si resta almeno perplessi perché ci troviamo di fronte ad un linguaggio e modi di dire che sono totalmente estranei alla nostra cultura. Da qui nasce la difficoltà di leggere la Parola di Dio senza una adeguata preparazione. Prendiamo atto che dedicare una parte del nostro tempo allo studio della Bibbia dovrebbe essere uno degli scopi della nostra vita di cristiani perché, come diceva San Girolamo: «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo». Il rischio che corriamo è il fondamentalismo: attribuire cioè alla Parola di Dio le nostre conclusioni, il nostro linguaggio, le nostre immaginazioni. Il discorso sulla fine annunciato dalla liturgia di oggi ci sprona a riflettere sul fatto che tutti siamo in cammino verso il compimento finale, che non sarà la distruzione ad opera di un dittatore, ma l’incontro dei figli che tornano per sempre alla casa del Padre, quella che ci ha indicato Gesù stesso, garantendoci la sua accoglienza e la certezza di giungervi: «Vado a prepararvi un posto» (Gv 14,2). (da un commento di Paolo Farinella, prete)
San Marcello
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