Si conclude il ciclo delle parabole.
Ci doni il Signore -doni a ciascuno di noi!- di essere come lo scriba del Vangelo, lo scriba che dal tesoro -dal tesoro delle parabole- estrae cose nuove e cose antiche.
Vorrei indugiare sulle prime due parabole: in qualche modo si assomigliano… l’uomo del campo e il mercante di perle, sia l’uno che l’altro fanno quello che agli occhi di tanti poteva sembrare una pazzia: va, vende tutti i suoi averi e compera quel campo… va, vende tutti i suoi averi e compera la perla di grande valore. È la pazzia, l’audacia del Vangelo. Ma come! vendi tutto? Ma cosa ne hai in cambio? Ma cosa ti prende? Sì, è come se tu fossi “preso”. Come quando sei innamorato, fai cose che non sono nella logica comune. Sei stato preso. A guidarti, a spingerti è un’emozione, un altro.
Giustamente qualcuno ha scritto che vero protagonista della parabola non è il contadino, ma è quel tesoro che ha scoperto nel campo, è quel tesoro che non lo lascia più fermo. Vero protagonista della parabola non è il mercante, ma è quella perla, così fuori dal comune, che non ti lascia più in pace. Troppo bella, perché tu corra il rischio di perderla. Vendi tutto. Così -dice Gesù- è il Regno di Dio.
Ecco, posso sbagliarmi, ma ho come la sensazione che noi stiamo un poco perdendo questa emozione del Regno, della fede e che, cioè, il nostro sia un tempo di appiattimento, un tempo in cui è raro trovare cristiani che hanno l’aria di quel contadino -il contadino della parabola- l’aria di quel mercante. I volti, i volti tradiscono più la fatica dell’impegno, la “serietà” dell’impegno, il sacrificio dell’impegno cristiano, più che la gioia. Raro, sempre più raro l’innamoramento, l’audacia, un pizzico di follia. Prevale il calcolo. Anche a livello generale prevale il criterio dell’”utile”, del guadagno, del “che cosa ricavarne”.
Il criterio che ti porta a vendere tutto per una perla è decisamente un altro, è quello della bellezza.
E uno potrebbe chiederti: ma cosa ci trovi? E tu rispondi -ma è difficile farti capire dal coro degli uomini dell’”utile”- tu rispondi: È bello. Mi sta a cuore la bellezza della vita, la bellezza del Regno di Dio, la bellezza della relazione, la bellezza della città.
Con gioia, va, vende. Con gioia -capite- non con l’aria di chi te la fa pesare. Te la fa pesare che è un cristiano, che è un impegnato, che è un super cattolico. Quello va, vende, vende tutto con gioia, come se fosse la cosa più naturale del mondo. (da un commento di don Angelo Casati – http://www.sullasoglia.it)
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