Un conto è la fede dei libri. Un conto è la fede nella vita, a confronto con le domande e gli interrogativi della vita. La fede che si confronta con la vita non può essere se non una fede interrogante, una fede in ricerca: “Sei tu, Signore, o dobbiamo attenderne un altro?”Non vi sfiora mai questo interrogativo, quando vi soffermate a pensare che cosa è mai cambiato dopo duemila anni di cristianesimo sulla terra, se pensate alla lentezza e alle contraddizioni in mezzo a cui cresce il regno di Dio? Persistiamo a puntare gli occhi in questa direzione o dobbiamo rivolgerci ad altro, ad altri?E Gesù come risponde? Non rimanda alle parole. Rimanda ai fatti, rimanda alle opere. Ciò che conta non sono le parole vuote. Ne facciamo ampio uso! Ciò che conta sono le opere. Ma quali? Perché a volte, lo diciamo anche noi “ciò che conta sono le opere”, ma non so se ci avete pensato: l’espressione è equivoca, perché ci sono opere ed opere. E Gesù, senza arretrare di un centimetro, persiste a dire al Battista che le opere del Messia, sono proprio quelle di cui lui sente parlare e per le quali si scandalizza. Ed ecco il punto, la divaricazione che fa scandalo: non sono opere minacciose, ma opere di consolazione, di guarigione. (da un commento di Angelo Casati)
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