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San Marcello

La Casa e la Via


La nostalgia dell’ultima dimora: abitare presso Dio! E tutta la sorpresa di questo abitare, che non sarà un abitare noioso, come tante definizioni e immagini ecclesiastiche sembrano accreditare.

Ma la cosa bella -la notizia buona- che ora i discepoli ascoltano con emozione dal loro maestro è che non solo noi abbiamo nostalgia di Dio e della sua dimora, ma che Dio ha nostalgia di noi e ci vuole con sé nella sua dimora: un Dio che non sa immaginarsi senza di noi: “…ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io”. E il “dove è Lui” diventa il “dove siamo noi”.


 Gesù dice anche che noi conosciamo la via: “E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Conoscere la via è importante. Se no si va a tentativi, e non sempre si indovina. “Voi conoscete la via…”. E aggiunge: “Io sono la via, la verità e la vita”.


 Ecco, il vangelo spesso ci abitua a questi scatti improvvisi, a questi rovesciamenti d’orizzonte. I discepoli, seguendo le parole di Gesù, erano stati indotti a pensare a uno spostamento da luogo a luogo, ma ora capiscono -capiscono e non capiscono!- che Gesù si propone non solo come via, ma anche come meta, come dimora. Infatti dice: “Io sono la via, la verità e la vita”. Allora -voi mi capite- si tratta non di uno spostamento di luogo in luogo, non di uno spostamento esteriore. Si tratta di entrare sempre più in lui o, se volte, perché è vero anche il contrario, di lasciarsi abitare sempre più da lui, perché lui è la verità e la vita. E qui qualcuno di noi potrebbe provare quasi un senso di astrattezza: i soliti discorsi fumosi dei cristiani! Perché al termine “verità” -io sono la verità- diamo le solite nostre categorie razionali. E così riduciamo Gesù a una definizione! Forse meglio capiremmo se traducessimo: io sono lo svelamento… E lo svelamento in noi avviene poco a poco: io sono – dice Gesù – lo svelamento del volto del Padre e del volto dell’uomo. “Io sono la via”: e anche qui il discorso può sembrare astratto. Ma vedete nel libro degli Atti che cosa significa lasciarsi abitare dalla vita di Gesù: significa accorgersi che se la vedova, cioè le parti deboli della società, sono trascurate nella comunità, lì non c’è vita di Dio. (da un commento di don Angelo Casati)


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