Tutti sanno chi è il Battista, chi è Elia, e allora è facile dire: è un po’ come il Battista, è un po’ come Elia, un po’ come i profeti. Si ha paura ad andare più in là, a pensare di più. (…) Pietro a nome di tutti ha il coraggio di compiere un salto e di dare una risposta formidabile, straordinaria, che non era mai stata data fino allora in tutta la storia di Israele: ‘Tu sei il Cristo!’, tu sei colui che attendiamo. Per essere pienamente compresa, la risposta di Pietro dovrebbe essere riletta in tutta l’attesa biblica precedente: nei libri dei Re, nella promessa fatta a Davide, nei salmi messianici, in alcune pagine di Isaia, di Geremia, di altri profeti. Allora intuiremmo quale coraggio ci voglia per dire: Tu sei colui di cui hanno parlato la legge e i profeti, tu non sei soltanto uno che annuncia il Regno, ma tu sei il Regno, tu sei il Re e con te il regno è già qui, è già presente. Sarebbe stato facile dire: il Regno è qui, di fronte alla solenne manifestazione di uno che avesse vinto i Romani, che avesse instaurato il Regno di Israele. Ma dicendo a Gesù: tu sei il Messia, Pietro supera arditamente le categorie riduttive della gente, comprende che nel maestro c’è il ‘nuovo’, che non si deve aspettare altro. (…) E la sua affermazione dà soltanto l’avvio perché Gesù possa cominciare a spiegare chi è davvero lui come Messia, qual è il disegno di Dio sul suo Messia, qual è il disegno di Dio su Pietro… Tutto il destino di Pietro discepolo è strettamente legato a come Gesù si mostra Maestro e Messia.
… Facciamo sempre fatica ad uscire dall’indeterminatezza nella quale si trova Pietro quando afferma ‘Tu sei il Cristo!’. Lo dice con la bocca, però non ha ancora compreso chi è Gesù, e infatti non vuole vederlo crocefisso, si ribella al solo pensiero di una morte in croce. Noi non vogliamo vederlo sofferente in mezzo a noi, abbiamo paura del volto della nostra sofferenza: non vogliamo vederlo nell’umiltà del pane eucaristico, con tutto ciò che significa per la trasformazione della nostra vita in quel pane; non vogliamo vederlo nell’umiltà del pane quotidiano, nella nostra vita di ogni giorno, così com’è, con le sue fatiche, le sue ansie, i suoi problemi. Pensiamo sempre che Gesù, prima o poi, ci darà altro, che ci promette altro, che sia altro: invece è qui. Pietro si illudeva, dicendo ‘Messia, di intendere qualcosa di glorioso che sarebbe avvenuto, che si sarebbe manifestato; allo stesso modo ci illudiamo noi aspettando sempre qualcosa di diverso, di nuovo, e non riuscendo a scoprirlo nei contenuti della vita che abbiamo già tra le mani. È qui che siamo chiamati a riconoscere Gesù (C. M. Martini, Briciole dalla tavola della Parola pp. 192-3).
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