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San Marcello

Moltitudine immensa


Cristo pantocrator (Padova, Battistero del Duomo)

Cristo pantocrator (Padova, Battistero del Duomo)


Celebriamo la santità, cioè la dignità di Persone che portano in sé il sigillo di Dio. Si celebra la Festa di tutti i Santi e di tutte le Sante del cielo e della terra perché essi sono molto più numerosi di quelli iscritti nel calendario ufficiale. Non è un caso che domani celebreremo la loro memoria come prolungamento della solennità di oggi. Narra un midràsh ebraico, ripreso anche da un apocrifo, che dopo aver creato la terra, prima di creare l’uomo, al crepuscolo del quinto giorno Dio chiamò l’arcangelo Michele e gli ordinò di raggiungere i quattro angoli della terra a nord, a sud, ad est e a ovest, e di portargli un pizzico di polvere da ogni angolo. Con quella polvere raccolta nei quattro punti cardinali avrebbe creato l’uomo. Impastò, diede forma, animò e infine «ecco l’uomo» che nell’ intenzione di Dio non è bianco, nero, giallo, residente o immigrato, cittadino o straniero, ma è solo «Àdam», che significa «genere umano». Ogni individuo porta in sé tutta l’umanità e tutta l’umanità porta in sé ogni persona, uomo o donna, in qualunque paese, nazione e cultura si trova a vivere: ogni individuo, infatti, ha solo una caratteristica: è «immagine eterna di Dio». Nessuno la può violare senza compiere un sacrilegio.

Oggi, 1 novembre, la Chiesa dà forza teologica a questa realtà: celebra la festa di «tutti i Santi e di tutte le Sante del cielo e della terra», senza differenze, come dice la prima lettura, tratta dall’Apocalisse: «apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua» (Ap 7,9). Come è bella questa prospettiva! Nessuno è straniero, ma tutti siamo cittadini; nessuno è «extracomunitario», ma tutti siamo figli di una sola famiglia; nessuno è di un’altra razza (insulto alla scienza e alla ragione!), ma tutti siamo cittadini del mondo; nessuno è superiore perché tutti siamo figli del «Padre», del dolore e della speranza. Oggi prendiamo coscienza di appartenere alla «Chiesa Cattolica», cioè «universale» per sua natura e per mandato del Signore. (da un commento di Paolo Farinella, prete – Genova -http://paolofarinella.wordpress.com/category/liturgie)

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