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San Marcello

Non possiamo meritarlo, ma solo accoglierlo


Gesù opera un atto rivoluzionario con cui contesta la religione ufficiale del perbenismo, del dovere, dei riti, del culto della personalità, schierandosi contro i suoi contemporanei: contro il loro modo di giudicare, di pregare, di concepire Dio. Gesù è il «rivelatore» di un nuovo volto di Dio; anzi secondo Giovanni egli è «l’esegeta» del Padre (cf Gv 1,18). Egli annuncia un vangelo «nuovo» che ribalta la concezione di Dio, secondo la tradizione religiosa: Dio è il Dio dei disperati e fa giustizia proprio al pubblicano che non ne ha diritto, mentre la nega a colui che pretende di averne. Oggi Gesù mette in crisi noi e il nostro modo di essere: ci chiede se siamo solo religiosi come il fariseo o se siamo persone di fede somiglianti al pubblicano. Per Gesù e per il Dio «nuovo» che agli annuncia, la «nuova giustizia» non è una misura, ma un abbondanza straripante perché diventa sinonimo di «gratuità» in base al principio salvifico che sta alla radice dell’incarnazione del Figlio: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno» (Gv 6,39). La salvezza contro ogni speranza di tutti i pubblicani e di tutti i peccatori è parte integrante della «volontà di Dio». In altri termini, il piano di salvezza di Dio descritto nella Scrittura conduce a questa conclusione: la salvezza di tutti (cf Gv 3,17; 12,47; Ef 2,5). Dio non è più il guardiano di norme etiche ritenute immutabili perché, essendo legate alla psicologia umana, inevitabilmente si modificano nel tempo; non è più l’orologiaio che tiene in piedi il ritmo del tempo e il cosmo; non è più il punitore di ogni trasgressione, colui che giudica in base alle opere di ciascuno: a chi ha fatto bene, il premio, a chi ha operato male, il castigo. E’ questo il «dio» che ci piace tanto perché noi siamo istintivamente vendicativi e vorremmo sistemare le cose con tremenda e inesorabile giustizia. A questo mondo Gesù contrappone un nuovo criterio di vita che si basa sull’amore dell’altro senza aspettarsi alcun riscontro o contraccambio e pone un modello nel comportamento suo come «sacramento» dell’agire della volontà di Dio: Dio è giusto perché perdona. In Dio la giustizia è la misericordia. (Paolo Farinella, prete)

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