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San Marcello

«Non è facile … ma è felice!»


Luca, come sappiamo, organizza il magistero di Gesù attorno all’idea di «viaggio», per cui chi vuole essere discepolo suo non può pensare di fare una passeggiata sul lungomare o di andare alla corte di un satrapo che distribuisce favori, ma offre un cammino verso Gerusalemme, la città santa della morte di Dio o se si vuole delle tenebre dell’umanità. Gesù non fonda partiti né fa campagna elettorale né promette tutto e il contrario di tutto: per seguire Gesù, bisogna fermarsi, valutare le condizioni e le conseguenze, decidere liberamente e infine camminare sapendo che la mèta è Gerusalemme, la città delle contraddizioni eterne: custodisce il tempio, simbolo della Presenza e nello stesso tempo lo nasconde nella sua religiosità senza fede; aspetta il Messia con ansia e gioia e quando arriva non lo riconosce perché non è vestito come essa si aspettava; è scrupolosa nella ricerca della gloria di Dio e nello stesso tempo si affretta a crocifiggerlo perché non partecipa alla vita della cricca religioso-politica che detiene il potere dello spirito e dell’economia. Decisamente per Gesù credere è avere gambe per camminare e andare incontro alla croce, il trono della sua gloria, da cui non da re, ma da «Servo» regalerà la sua vita a tutti coloro che «volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Gv 19,37; cf Zc 12,10). Qual è il metodo per questa «sequela» ad alto rischio? (Paolo Farinella, prete – Genova, San Torpete)

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