Iniziamo la settimana più importante dell’anno, rendendo grazie a Dio perché ci regala un’altra Pasqua, segno e anticipo della Pasqua finale.
La nostra vita, il nostro cuore, i nostri affetti, i nostri figli, le nostre famiglie,i nostri dolori, le nostre gioie, le nostre ansie, i nostri amori, i nostri fallimenti, le nostre malattie, le nostre speranze … tutto è proteso verso questa «settimana santa» e tutto da essa promana come dalla sua origine e sorgente.
Deponiamo tutto su questo altare che oggi è il nostro villaggio di Bètfage da cui noi partiamo come siamo e con ciò che abbiamo per incontrare il Risorto ed essere nel mondo donne e uomini di risurrezione e di dedizione. Entriamo dunque nel cuore di Dio con l’aiuto di Dio.
Con la Domenica delle Palme, dunque, inizia la Grande Settimana, che i Padri della Chiesa chiamavano al modo ebraico la Settimana delle Settimane che significa la Settimana per eccellenza, il cui punto focale sarà la notte di veglia che vivremo sabato prossimo, 23 aprile, per essere figli «della Madre di tutte le sante veglie» come genialmente la chiamò Sant’Agostino (Sermone 219, PL 38, 1088).
E’ la Settimana della memoria, vertice e fondamento di tutta la liturgia e della vita cristiana, senza della quale i riti dell’anno liturgico sono sale insipido (cf Mt 5,13), riti vuoti di una religiosità morta. Una settimana è solo un pugno di giorni in cui facciamo memoria di quella Prima Settimana di oltre due mila anni or sono che ha fatto del tempo un’eternità temporale e dell’eternità un tempo senza fine. Noi riviviamo i giorni della passione, della morte e della risurrezione del Signore Gesù perché Egli si fa nostro contemporaneo e compagno di viaggio, Maestro e cireneo. (da un commento di Paolo Farinella, prete – Genova)
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