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San Marcello

Prima di tutto



Il vangelo, ci offre materia per riflettere sul tema, ieri come oggi determinante, della fede come scelta. In termini teologici si parla di «opzione di fede» perché si intende non un modo di essere religiosi, ma un impegno ad essere e vivere da persone che hanno incontrato e sperimentato Dio. E’ evidente che il paradosso di non angustiarsi per le necessità di sopravvivenza, ma di impegnarsi nella ricerca del Regno di Dio e della sua giustizia (cf vangelo odierno e Mc 2,18-22) è uno scossone al tranquillo andazzo di una religione del «dovere» che si esaurisce nel momento stesso in cui si compie.

Di fronte ad affermazioni dure e aspre come quelle che la liturgia di queste domeniche ci propone, siamo spesso tentati di dire che «sono esagerazioni»: come si fa a porgere l’altra guancia, oggi? come è possibile non preoccuparsi di mangiare e bere e vestire e guardare gli uccelli del cielo? Non bisogna prendere l’insegnamento di Gesù alla lettera (salvo quando fa comodo) perché altrimenti diventa un vangelo sovversivo e pericoloso. E’ questo l’atteggiamento di molti che vogliono un vangelo «contestualizzato» nella cultura e nel perbenismo del proprio tempo; essi esigono una religione da pratica, magari non troppo, non una fede esigente in chiave etica e sociale: una fede incarnata come l’autore stesso che l’ha portata.

Quelli che si vogliono chiamare paradossi evangelici, sono invece inviti a leggere la realtà in modo più profondo e meno superficiale; e anche la spinta ad andare oltre l’ovvio in cui ci trattiene la nostra natura pigra. L’invito a cercare il Regno di Dio e la sua giustizia prima di essere una serie di regole e di comportamenti è un orizzonte che sfugge ad ogni calcolo. Si potrebbe dire che Gesù con queste parole invita potentemente ad «osare» l’Utopia, ad uscire dagli schemi di ordinaria vita per entrare in una prospettiva che si intuisce e di cui non si conosce lo sviluppo e l’esito. Cercare il Regno e la giustizia significa fare un salto nel buio luminoso affidandosi alle ali della Parola senza calcoli e senza distinguo.(da un commento di Paolo Farinella, prete)


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