Gesù e Zaccheo. L’incontro di due sguardi e di due volti: Gesù giunto in quel luogo, come se fosse il posto esatto di un appuntamento, «alzò lo sguardo e gli disse» (Lc19,5). Egli sapeva che c’era qualcuno che lo stava cercando e distingue quello sguardo tra mille altri, come seppe distinguere il tocco della donna malata di emorragia da quello della folla anonima (cf Lc 8,43-48). Chi ama non si smarrisce nell’anonimato …
Il Dio svelato dal vangelo è un Dio scandaloso: egli sta dalla parte dei reprobi, dei cattivi, dei peccatori, disorientando la mentalità perbenista di quanti pensano che Dio ragioni come loro. Le cronache infatti ci dicono ogni giorno che i più grandi malfattori di norma vestono l’abito del perbenismo. Oggi Il Dio di Gesù Cristo ci chiede di guardare in faccia il mondo e di non avere paura perché tutto è chiamato alla pienezza della vita e della verità, anche se sperimentiamo sovente e di continuo l’amarezza del fallimento e del sopruso. Il cammino verso la maturità umana e di fede è un cammino lento: è appunto una storia di salvezza o, meglio ancora, una salvezza che si fa storia giorno dopo giorno…
Dovremmo imparare da Gesù che non parte dalle esigenze morali, ma lascia che queste siano la logica conseguenza di un incontro d’amore che cambia la vita di un uomo che era perduto e che invece Dio ha recuperato e restituito a se stesso e alla comunità. Il vangelo di oggi è un annuncio unico e personale rivolto a ciascuno di noi: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’io sono figlio di Abramo, anch’io sono figlia di Dio». Questo è il senso del pane dell’Eucaristia, che è ricevuto, spezzato, condiviso. E’ la storia di Dio, ma anche la nostra, con l’aiuto dello Spirito Santo. (da un commento di Paolo Farinella, prete)
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