Dal Corriere di oggi:
L’avesse detto soltanto il cardinal Martini, qualcuno avrebbe pensato: il solito prete comunista; l’avesse invece detto soltanto don Verzè, qualche altro avrebbe ragionato: cosa non si fa pur di venire incontro al Presidente del Consiglio. Invece si sono trovati entrambi d’accordo nell’auspicare che la Chiesa si decida infine a concedere i sacramenti anche ai divorziati risposati… Don Verzé e il cardinale Martini hanno, con questo loro pronunciamento, affrontato una questione delicata sulla quale in genere le gerarchie ecclesiastiche non si mostrano molto possibiliste: semplificando al massimo, se, cioè, l’uomo è fatto per la religione oppure la religione per l’uomo; e hanno optato, così sembra, per la seconda ipotesi… Una scelta di umana comprensione, di indulgenza e di carità, dunque: non l’uomo per la religione, ma la religione per l’uomo. Con un’attenzione intelligente all’evoluzione della storia e al mutare dei tempi e del costume: da non considerare necessariamente — come a volte si ha l’impressione che la Chiesa consideri — opera del diavolo.
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