La risposta è che Dio non potrebbe fare in modo che un terremoto colpisca il colpevole e rispetti l’innocente se non attraverso la moltiplicazione di miracoli, attraverso una profonda modifica del piano della creazione divina. Ora è chiaro che Dio può salvare e talvolta salva l’innocente operando un miracolo ma Dio non è obbligato a moltiplicare i miracoli o a rinunziare al piano della sua creazione per salvare la vita di un innocente. E poi Dio è padrone della vita e della morte di ognuno, misura i giorni dell’uomo sulla Terra e stabilisce l’ora e il modo della morte di ciascuno. Quindi l’innocente che muore sotto una catastrofe generale che punisce i colpevoli si trova nella stessa condizione nella quale si trovano tutti gli innocenti che sono sorpresi dalla morte. Per loro questa morte non è un castigo di colpa personale ma è l’esecuzione di un decreto di colui che è il padrone della vita e della morte.
Se non ne foste informati. il vicepresidente del CNR tale prof. de Mattei, ha affermato che la tragedia giapponese è stata un’esigenza della giustizia di Dio e un necessario Battesimo della sofferenza con cui Dio ha purificato le anime degli innocenti. Qualche notizia in più la potete leggere qui ma potete anche ascoltare direttamente l’intervento su Radio Maria con le vostre orecchie.
Don Tommaso ha risposto ad un suo interlocutore sulla vicenda così:
Proprio prima di leggere il tuo post, ho ascoltato il brano del cieco nato (Gv 9,1-41), ancora riecheggia tra i discepoli di Cristo la domanda: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”, purtroppo la risposta dello stesso Gesù no: “Né lui ha peccato né i suoi genitori”. Sono innumerevoli le occasioni che il Vangelo di mostra che non c’è alcun legame diretto tra le tragedie umane e il peccato. In un altro brano invece si parla di uno straniero, uno persino non osservante della religione ufficiale che al povero disgraziato “passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.” (Lc 10,33-34)
Stamattina leggo che de Mattei risponde alle critiche rivendicando la propria fedeltà alla dottrina cattolica.
Mi sono limitato a riprendere un libretto del 1911 scritto da monsignor Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro, che commentava il terremoto di Messina del 1908 riflettendo sul mistero del male. Il punto è che, come insegnano san Tommaso e sant’Agostino, nell’universo non accade nulla che non sia voluto, o almeno permesso, da Dio per precise ragioni. E tra di esse non è da escludere l’ipotesi di un castigo divino, anche se in materia non vi è certezza… Mi colpiscono semmai il silenzio e l’ateismo pratico di certi cattolici, per i quali Dio sarebbe assente dalla storia, avrebbe creato l’universo per poi disinteressarsene.
Mi è sembrato pertanto doveroso segnalare la discussione, nel caso qualcuno volesse interessarsene…
Maria Grazia
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