Alla gratuità dell’agire di Dio verso l’uomo risponde il riconoscimento del dono e la riconoscenza, la gratitudine di chi riconosce che «tutto è grazia», che l’amore del Signore precede, accompagna e segue la sua vita.
Le parole di Gesù sulla fede di quest’uomo [il lebbroso samaritano, guarito e tornato a ringraziare] significano inoltre che la salvezza è veramente tale se la si celebra: il dono di Dio è accolto quando per esso si sa ringraziare, ovvero riconoscerne e confessarne l’origine. Per questo il cuore della fede cristiana è l’eucaristia, che – non lo si dimentichi – significa proprio «rendimento di grazie»; il posto centrale dell’eucaristia ci ricorda che il culto cristiano consiste essenzialmente in una vita capace di rispondere con gratitudine al dono inestimabile di Dio, il dono del Figlio Gesù Cristo che il Padre, nel suo immenso amore, ha fatto all’umanità (cf. Gv 3,16). E così alla sequela di Gesù Cristo, l’uomo che ha saputo fare dell’intera sua vita una risposta all’amore preveniente del Padre fino a offrirla puntualmente nel segno del pane e del vino, i cristiani rendono grazie a Dio facendo della loro esistenza un’eucaristia vivente. Di fronte al dono di Dio si può solo rispondere cercando di divenire donne e uomini eucaristici (cf. Col 3,15; 1Ts 5,18), capaci di vivere «nel rendimento di grazie» (1Tm 4,4); i cristiani dovrebbero essere coloro che «rendono continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore Gesù Cristo» (cf. Ef 5,20)… (Enzo Bianchi)
L’immagine: Codex Aureus Epternacensis (c. 1035-1040): guarigione dei dieci lebbrosi
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Una miniera inesauribile! Tante sono le linee tematiche, spesso significativamente collegate fra loro, che questa settimana, più delle altre volte, devo limitare, ridurre, contenere la quantità di interessanti commenti e risonanze di importanti autori sulla Parola che sarà proclamata domenica prossima. L’attenzione a non appesantire il servizio che con questa rubrica del nostro blog si cerca di offrire ai Lettori liturgici e a tutti coloro che hanno a cuore la preparazione all’Eucaristia domenicale, attenzione che già mi è stata sollecitata da qualcuno, deve tuttavia essere conciliata con la necessità di offrire un sia pur minimo panorama dei molteplici orizzonti che lo Spirito spalanca ogni volta che la Scrittura si fa Parola viva. Perciò accade, non solo questa volta, che le pagine proposte siano un po’ più nutrite del solito. Si potrebbe ridurre tutto ad una sola, breve paginetta di commento e così, forse, scontentare altri …
Allora propongo di considerare questa rubrica come un buffet dove ognuno può prendere quanto al momento sente di poter mangiare: un poco o tutto o anche di più, magari allargandosi attraverso una ricerca personale che da queste righe può, eventualmente, prendere anche solo le mosse. Comunque, quello a cui non bisogna rinunciare mai, il vero piatto forte di questo banchetto, è sempre e soltanto il confronto personale con i testi biblici proposti attraverso le pagine stesse del lezionario. La Parola di Dio ha una sua forza speciale e le parole di commento non sono che mezzi, utili, ma sempre insufficienti, mai esaurienti.
Si dice che l’appetito vien mangiando … in questo tipo di buffet possiamo mangiare a volontà e stare tranquilli: il colesterolo non sarà un problema.
Buona domenica.
Filippo
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