Non vi nascondo che ho meditato parecchio come e se affrontare l’argomento su questo blog ma non me la sono sentita di tacere.
Non mi interessa disquisire su crocifissosì-crocifissono ma piuttosto interrogarmi su quale significato ha questo simbolo per la maggior parte delle persone che frequentano luoghi pubblici.
Lo guardano? Si accorgono che c’è? Che significa la sua presenza? Che l’Italia è un paese cattolico? Ce ne accorgiamo da questo? Allora basta riempire di croci ogni luogo frequentato “dalle masse” per dimostrare la nostra fede?
E invece la nostra fede non si sente offesa dal mercimonio di questo simbolo? Non mi sembra che ci sia stata alcuna crociata quando c’è stata la moda delle croci tempestate di brillanti, diventate un gioiello alla stregua di tutti gli altri.
O tutte le soubrette televisive e le signore ingioiellate volevano dimostrare in questa maniera il loro credo?
E le croci regalate dai sindaci (leghisti e non) per rimarcare la differenza, per scavare il fossato della diversità, ci lasciano soddisfatti? O quelle (di grandi dimensioni, ovviamente, che tutti le possano vedere) esibite davanti alle telecamere a fini di propaganda politica? E’ questo il Vangelo che abbiamo ricevuto?
Certo che la Croce è in nostro simbolo. E’ la fatica di continuare ad essere fiduciosi che il Suo abbraccio non mancherà di sostenerci in quell’oscurità… da mezzogiorno alle tre del pomeriggio, come ha scritto don Tonino Bello.
Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio. Coraggio fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. C’è anche per te una pietà sovrumana. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte febbricitante. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra un assurdo. Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.
Forse è il caso di ricominciare di nuovo a distinguere ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio. Ne trarremmo tutti giovamento.
Maria Grazia
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