In “Amici del Signore” credevo di trovare dei consigli per diventarlo e lui ci parla dei personaggi della Bibbia che lo sono stati. Se dovessi riportare le pagine che mi sono piaciute forse scriverei tutto il libro, ma non c’è lo spazio per farlo e non vi voglio annoiare.
Enzo scrive di Maria che è stata una donna silenziosa (anche don Tonino la chiama donna del silenzio) e nascosta, dalla morte del Messia in croce è entrata ancor di più nel silenzio, nella notte. Non è un silenzio passivo, ma un atto pieno, una parola, un atteggiamento, un messaggio, una presenza…. La Vergine del silenzio! E il suo segreto è un silenzio che dice e ridice: “Fate quello che egli vi dirà!” Per noi allora nessuna attesa di suoi segreti da svelare: questa è degenerazione che risale a una brama di chi chiede segni e miracoli perchè appartiene a una generazione malvagia e perversa (1 Cor 1.22 e Mc 8.12). Maria ha detto tutto quello che doveva dire: “Fate quello che egli vi dirà!” rimandandoci alla parola del Signore; farle dire qualcosa di più è attentare al suo silenzio e al suo segreto.
Tra i vari personaggi Enzo parla anche del discepolo che Gesù più amava. C’è nel quarto vangelo un discepolo anonimo che non viene mai indicato con il suo nome, ma sempre con due espressioni: “l’altro discepolo” oppure “il discepolo che Gesù più amava”. Io mi sono sempre chiesta chi fosse e perchè non veniva mai nominato? Ho sentito sempre diverse versioni e diversi nomi.
Enzo Bianchi mi ha dato la risposta! Il discepolo è Giovanni, il figlio di Zebedeo, cioè colui che con la sua comunità ha scritto il quarto vangelo. Giovanni ha taciuto il suo nome proprio nell’evangelo da lui scritto per umiltà, per poter scomparire di fronte a Gesù, al suo maestro e Signore. Egli segue gli insegnamenti di Giovanni il Battista che ascoltava prima di incontrare Gesù.
Un’altra cosa che mi ha colpita è la spiegazione dell’ultima cena (Gv. 13.23-25) nella quale Gesù annuncia che uno di loro lo tradirà. Giovanni reclina il capo sul petto di Gesù e gli chiede silenziosamente: “Signore, chi è che ti tradisce?” Allora Gesù a Giovanni, lo rivela e a Giovanni solo: “E’ quello a cui darò un boccone di pane”, e lo dà a Giuda.
E’ significativo che Giovanni, una volta saputo che Giuda sta per consegnare Gesù per tradirlo, e quindi per metterlo in mano di coloro che gli daranno la morte, non ferma Giuda, anzi lascia che tutto avvenga, e questo non per vigliaccheria: sarebbe infatti bastato che l’avesse detto forte, i discepoli avrebbero subito fermato il traditore, come farà Pietro che nell’orto sfodererà la spada. Giovanni, che lo sa, è ormai talmente entrato nei pensieri di Gesù, è talmente entrato nell’atteggiamento del Signore, che lascia fare e, non facendo nulla, non fermando Giuda, sembra dire anche lui a Giuda le parole di Gesù: “Ciò che devi fare, fallo presto”.
Io, infatti, mi sono sempre chiesta: se Gesù dice: “E’ colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò” e lo fa con Giuda, perchè non fanno niente? E quando dice: “Quello che vuoi fare, fallo presto” , non capiscono che si riferiva al tradimento e pensano a una commissione? Stavano parlando di quell’argomento, certo uno non lo cambia all’improvviso.
Un’ultima scoperta è che Giovanni definito sempre nel quarto vangelo come “l’altro discepolo” o “il discepolo che Gesù amava di più” nel capitolo 21 viene chiamato “il discepolo che rimane” (Gv 21.22-23). Non l’avevo mai visto sotto questo aspetto.
Sono contenta, ho letto proprio un bel libro.
Maria
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