Un maestro indiano racconta che un grande scienziato, dovendosi recare a New Delhi per un convegno di saggi, considerando la precarietà dei mezzi di trasporto dell’India, era partito parecchi giorni prima. Durante il viaggio, in un treno affollatissimo, era in ansia perchè temeva di non arrivare in tempo, ma quando ormai era vicino alla meta, il treno fu bloccato a causa dello straripamento di un fiume.
Lo scienziato, che non aveva nessuna intenzione di perdere la conferenza, si accordò con un giovane pescatore che, conoscendo bene l’arte di arrangiarsi, era disposto a lasciare le reti per traghettarlo dall’altro lato del fiume in cambio di una buona ricompensa. Lungo il tragitto da una sponda all’altra, lo scienziato guardava come il pescatore, con colpi precisi e puntuali, cadenzati dal prendere aria e ricacciarla, inalare e sbuffare, muoveva i remi a forza di braccia.
“Certo deve essere monotona la tua vita!” esclamò lo scienziato “Ogni giorno sempre la stessa cosa: barca, pesci, reti. Sei mai andato a scuola? Hai mai studiato?” “Sono troppo povero per potermi pagare maestri e libri!”.
“Tu non sai quanta soddisfazione e potere dia la scienza. Mi dispiace, ma hai perso metà della tua vita”.
Il pescatore continuava a remare, quando lo scienziato riprese: “Ti sei mai allontanato dal tuo villaggio, hai mai viaggiato?” “Come avrei potuto farlo, se non ho neppure i soldi per mangiare tutti i giorni!” “E’ davvero un peccato: solo girando il mondo si conosce la vita e tu non la conosci. Così hai perso metà della tua vita”.
Mentre parlavano la tempesta che poco prima aveva causato lo straripamento del fiume, ritornò all’improvviso. Il vento cominciò a soffiare forte e lo scienziato con tutte e due le mani si manteneva alla barca che oscillava paurosamente. Il pescatore con ogni sforzo tentava di mantenere a galla la povera imbarcazione, ma quando si rese conto che non potevano farcela, guardò lo scienziato e disse: “Tu che hai studiato e hai girato il mondo, sai nuotare?” “No davvero!” “E allora non hai perso metà della tua vita come me, ma tutta la tua vita!”.
Si può fare il giro del mondo, si può studiare tutta la vita, ma quando si è in preda all’angoscia, solo la conoscenza di se stessi permette di non annegare in un mare di tristezza. Il vero problema è sempre quale sia la cosa più importante. Certo, il successo affascina, il benessere contribuisce al successo, il potere lo esalta, mentre la sofferenza opprime e il dolore annienta. Ma la speranza della fede può essere il mezzo che ti permette di non affogare mentre la barca affonda.
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