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San Marcello

70 anni dalla Shoah


Shoah2

Spesso ci lamentiamo dei programmi della Rai, perché nonostante paghiamo il canone è difficile vedere qualcosa che piaccia. Ma domenica scorsa nonostante fossero le 23.30 sono rimasta incollata alla televisione finchè non è finito lo speciale tg1.

Hanno parlato del genocidio, ma a differenza delle altre volte lo hanno fatto non raccontando e proponendo delle testimonianze occasionali, ma tutto il programma era incentrato sulle parole di Piero, Samy, Anna e Tatiana, quattro persone che hanno vissuto quel periodo e lo raccontavano avendo ancora le stesse emozioni. Loro parlano di quell’esperienza a tutti i gruppi che ne fanno richiesta portandoli proprio ad Auschwitz.

Hanno incominciato dicendo che uccidevano i bambini perché erano il seme che poteva far rinascere una generazione e loro volevano eliminarla.

Le due gemelle raccontano che la loro mamma andava a fargli visita ogni giorno e l’ultima volta che la videro raccomandò loro che se gli avessero chiesto se volevano raggiungere la loro mamma, avrebbero dovuto rispondere di no.

Era crudele fare questa domanda a dei bambini! A quelli che rispondevano positivamente li facevano andare al “blocco delle esperienze”, dove facevano esperimenti per la tubercolosi ed altro, per dimostrare i risultati facevano fare ai bambini delle foto nudi e loro si vergognavano molto. Dopo gli esperimenti li mandavano alle camere a gas. Altri li portavano in un edificio dove li impiccavano a ganci per macellai.

Facevano girare film dove dovevano recitare una vita felice, oppure inscenavano operette per bambini e al termine li mandavano anche quelli alle camere a gas.

Volevano uccidere i bambini per eliminare ogni possibilità di futuro. Gli ebrei non erano persone ma pezzi da eliminare, contaminavano la razza ariana. Non morivano solo nelle camere a gas, ma anche di fame, freddo e malattia. Se uno non aveva modo di parlare con altre persone si lasciava andare.


Piero, Samy, Anna e Tatiana hanno detto più volte di aver vissuto l’inferno, c’erano morti dappertutto. Si chiedevano perché ne sono usciti vivi, perché sono sopravvissuti? Poi si sono dati la risposta: per trasmettere agli altri, perché non accada più.

A volte ascolto persone scocciate, dicono che ormai sono passati tanti anni, si dovrebbe parlare di cose più recenti e invece no, si deve ricordare questo orrore, si deve informare chi non sa, in modo che non avvenga più e che nessuno abbia più il coraggio di dire che tutto ciò non c’è mai stato.

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