Con la lettera apostolica Porta Fidei Benedetto XVI ha indetto l’anno della fede scrivendo: “La porta della fede che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma.”
Si aprirà ufficialmente in piazza S.Pietro l’11 ottobre, ricorrenza del 50° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II voluto da Giovanni XXIII e XX anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica offerto da Giovanni Paolo II alla chiesa. Terminerà il 24 novembre 2013 solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo. Si terrà una solenne concelebrazione con i padri Sinodali, i presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, i padri Conciliari ancora viventi (35 al momento).
L’ultimo anno della fede si è tenuto nel 1968 per ricordare il martirio degli Apostoli Pietro e Paolo. Oggi siamo in un’epoca di “crisi di fede” e il Papa ha voluto che celebrassimo questo anno speciale di preghiera e d’impegno per trovare un rimedio alla stessa crisi.
Ha detto Benedetto XVI: “Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Sarà un’occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia e in particolare nell’Eucarestia, che è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia. Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta, pregata e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio soprattutto in questo anno.
Giunto ormai al termine della sua vita, l’apostolo Paolo chiede al discepolo Timoteo di “cercare la fede” con la stessa costanza di quando era ragazzo. Sentiamo questo invito rivolto a ciascuno di noi, perchè nessuno diventi pigro nella fede. Essa è compagna di vita che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie in noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo. Ciò di cui il mondo ha particolarmente bisogno è la testimonianza credibile di quanti illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio della vita vera, quella che non ha fine”.
Anche nella nostra parrocchia ci organizzeremo per vivere nel miglior modo possibile questo grande evento, cercando di raggiungere gli obbiettivi di cui scrive il Papa, al termine raccoglieremo i frutti.
Maria
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