Avevo deciso di non scrivere più sul blog fino a settembre, quando avremmo trovato qualcuno che mi affianchi (se volete offrirvi volontari contattatemi) in modo da renderlo più completo, visto che da quando ho il nuovo lavoro non riesco più ad essere presente alle attività della parrocchia e quindi a raccontare.
Ma ieri dopo aver partecipato all’incontro con i genitori di Antonella non sono riuscita. Antonella è una ragazza di tredici anni, non l’ho conosciuta personalmente ma ho sentito parlare di lei in modo più approfondito il 28 dicembre quando noi eravamo a S.Marcello per ricordare Ginetta, una nostra grande amica nel giorno del suo compleanno, avrebbe compiuto 100 anni. Angela e Domenico invece erano là per il trigesimo di Antonella, avevo una grande tristezza dentro al cuore, Ginetta aveva vissuto 100 anni e Antonella a 13 anni si era tolta la vita. Già da quando ho letto la frase sulla sua foto mi è entrata nel cuore: “Andate contro i pregiudizi e quando si rivelano corretti continuate a scavare, perché ciò che gli altri pensano di noi si attacca come una seconda pelle”.
Di solito quando si vive un dolore simile si può avere due reazioni: chiudersi al mondo e soffrire, creandosi sensi di colpa oppure utilizzare questa energia che viene dal dolore per la perdita per fare qualcosa di buono e aiutare gli altri. Per fortuna loro hanno scelto la seconda e hanno deciso di fondare un’associazione Anto Paninabella, per aiutare gli altri ragazzi, per ascoltarli e per evitare che sentendosi soli compiano lo stesso gesto. Angela ieri ci ha raccontato di Antonella e lo ha fatto come se lei fosse a casa, è stato bello conoscere la Antonella allegra, socievole e altruista. Ma poi i genitori dopo la sua morte hanno scoperto che Antonella viveva una sofferenza di cui non è riuscita a parlare né con loro né con gli amici e a lungo andare questa le è scoppiata dentro e l’ha portata a compiere quel gesto. In queste situazioni difficilmente si riesce a parlarne, chi è accanto non si accorge dello stato d’animo perchè si tende a mostrare il sorriso, non si può parlare con chiunque ma solo con chi si ferma e ti chiede con attenzione. Abbiamo letto uno scambio di messaggi nei quali la mamma le diceva di voler sapere cosa vive, cosa prova, se qualcosa l’affligge. Ma in quelle situazioni difficilmente si parla con i genitori, perché forse non capirebbero, per non farli soffrire….e gli amici spesso sono presi da tanti impegni e non si accorgono.
L’associazione Anto Paninabella nasce proprio per dare la possibilità ai ragazzi che vivono un disagio di poter parlare, di trovare chi li ascolta e di cercare insieme una soluzione. Ha bisogno dell’aiuto di tutti quindi se potete e volete fatevi avanti, vi aspettiamo!
Maria
댓글