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San Marcello

Attendo


Ieri abbiamo partecipato al ritiro per prepararci alla Pasqua e io l’ho fatto con una gioia particolare, mi sentivo come la donna che va al pozzo a chiedere a Gesù la sua acqua. Oltre che partecipare ad un incontro di Sabino Chialà, monaco del monastero di Bose, mi entusiasma sempre, ma anche perché non riuscivo a venire ad un’assemblea parrocchiale da un mese e mezzo.

Abbiamo parlato di martirio, spesso quando pensiamo ad un martire ci viene in mente qualcuno che viene ammazzato perché non ha voluto rinnegare la propria fede, la propria vita, quello che è, noi abbiamo diversi esempi: don Franco Ricci, Oscar Romero, Shabhaz Bhatti, le tre suore che sono state uccise in Burundi, i 21 copti uccisi in Libia e la lista sarebbe molto lunga.

Ma Sabino ha detto che esiste anche il martirio quotidiano, quello che siamo chiamati a vivere noi, martirio deriva dal greco martiria che significa testimonianza. Martire è colui che attesta qualcosa e la testimonia, uno che resta quello che è anche a prezzo della propria vita. Lo sono coloro che conducono una vita ispirata da Dio, che fanno scelte controcorrente. Il martirio è espressione di libertà, libertà di poter scegliere di non omologarsi, di non percorrere vie che ci favoriscono. Il martire non muore mai imprecando ma in silenzio o chiedendo il perdono per il suo carnefice, come ha fatto Gesù.

Una cosa che mi ha colpita è che il martire non va a cercare la morte, la evita finchè è possibile, ma quando non lo è più la affronta, in caso contrario è esibizionismo.

Volevo condividere con voi una preghiera molto bella, sento che questo è il mio stato d’animo nell’ultimo periodo:

Attendo.

Attendo l’Amore.

Un amore che desidero e temo.

Cento volte con la mia mente l’ho sognato.

Cento volte l’ho smarrito.

Temo di andare alla deriva,

sballottato dai miei stessi sentimenti

e dagli insuccessi.

Speranza e paura si affrontano in me.

Dov’è finita la mia forza interiore?

Chi mi farà riprendere il cammino?

Quali le vie per rincominciare?

Signore mi affido a Te

e affido a te la mia povera vita.

Tu sei Amore.

Tu il Signore della vita.

Aiutami a non lasciarmi vincere dallo scoraggiamento.

Aiutami a superare le ferite del passato

e a volgere lo sguardo in avanti,

dove Tu mi vuoi portare.

Donami la capacità di sognare,

sapendo che tutto è possibile con Te.

Chi mai ha confidato nel Signore

ed è rimasto deluso?

Anche questa volta non so di chi è, un tempo si scriveva sotto l’autore, ora non lo fanno più, ma mi piace molto.

Infine vorrei farvi un appello, poiché in questo periodo non mi è possibile partecipare alla vita parrocchiale, ho trovato quel nuovo lavoro che mi permette di essere me stessa e di non mettere una maschera davanti agli altri, come negli ultimi anni mi ha costretto il vecchio. Spero che ci sia qualcuno di voi che voglia raccontare la vita della parrocchia come ho fatto io in questi anni o anche in modo diverso. Non bisogna avere doti particolari, ma solo avere voglia di condividere ciò che accade in parrocchia. Viviamo tante esperienze belle e dovrebbe essere un piacere farlo sapere anche agli altri.

Naturalmente io continuerò ad esserci per la pubblicazione degli avvisi, del giornale, delle locandine, delle iniziative esterne e quando avrò la fortuna di partecipare a qualche incontro come ieri, vi racconterò come l’ho vissuto.

Maria

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