L’incontro di martedì sera era rivolto prevalentemente agli educatori, ai presbiteri, ai religiosi, ma anche ai genitori, agli zii, ai nonni, insomma tutti o quasi, ogni giorno incontrano ragazzi o bambini e sicuramente Giulio Carpi, il presidente di CREAtiv, ce lo ha fatto conoscere in modo diverso dal solito.
Proprio la settimana scorsa pensavo che avevo visto il film di don Bosco, ma mi sarebbe piaciuto conoscerlo meglio, il giorno dopo ho ricevuto l’invito a questo convegno di formazione.
Quando siamo arrivati, sullo schermo ci accoglieva la scritta:
…CHE CONOSCANO CHE TU LI AMI
Questo era il pensiero educativo di don Bosco.
Il relatore ha preso spunto da una lettera che don Bosco scrisse nel 1884 ai giovani, nella quale racconta di un sogno e quindi di una conversazione con due che erano nell’Oratorio agli inizi. Chiede loro perchè non c’è più vita , moto, allegria come prima. Uno degli allievi gli risponde che la familiarità porta affetto e l’affetto porta confidenza, perciò i ragazzi diventano docili verso colui dal quale sono certi di essere amati. Quindi non solo devono essere amati, ma devono conoscere di esserlo. Infatti quando l’altro interlocutore gli fa vedere la situazione dell’Oratorio attuale, lui nota che la maggior parte degli educatori passeggiano parlando tra loro, senza badare cosa facessero gli allievi; altri guardano la ricreazione non dandosi nessun pensiero dei giovani; altri sorvegliano così alla lontana senza avvertire chi commettesse qualche mancanza, qualcuno poi avverte, ma in atto minaccioso. Invece ricorda che don Bosco stava sempre in mezzo ai giovani e loro per lui non avevano segreti.
Gli chiedono perchè i Salesiani non si fanno suoi imitatori? “Amino ciò che piace ai giovani e i giovani ameranno ciò che piace ai superiori.” Chi vuol essere amato bisogna che faccia vedere che ama, è importante dirgli TU MI STAI A CUORE. Chi sa di essere amato ama, infatti anche nella vita spirituale, quando ci accorgiamo che Dio ci ama siamo pronti a metterci al Suo servizio per aiutare gli altri. I cuori si aprono, fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti.
Don Bosco precisava sempre che bisogna vivere nella santa grazia di Dio, perchè chi non ha pace con Dio non ha pace con sè e non ha pace con gli altri.
In seguito abbiamo visto una parte del film di don Bosco, che Giulio Carpi ha annunciato con la frase: MI FIDO DI TE. E’ l’incontro tra lui e Giuseppe Buzzetti, un ragazzo che andava in sacrestia a prendere frutta ed altro per aiutare la propria famiglia, mentre il sacrestano lo insegue, lui lo ferma e lo informa che è suo amico, cerca di conoscerlo e lo invita all’Oratorio, dove gli dice che potrà imparare anche a leggere e scrivere.
L’amore va manifestato, secondo le forme care a chi lo si comunica, dobbiamo trasmettergli: “Ti voglio talmente bene che mi SINTONIZZO sulle tue frequenze”. I ragazzi stanno volentieri con chi sta volentieri con loro e se lo capiscono realmente vanno anche oltre i loro limiti. Lo percepiscono dal tempo che gli si dedica, infatti per don Bosco la prima chiesa era il cortile. Egli conosceva ognuno per nome e lo amava personalmente, scriveva ad ognuno un messaggio personale. Egli sapeva guardare e trattare ogni giovane come un essere UNICO , redento a Cristo che ha la sua vocazione particolare ed un disegno di Dio su di lui. Un amore nello stile di Gesù sa dare fiducia alle persone che incontra.
Io ho immaginato così un Oratorio gestito da don Bosco, don Tonino Bello e don Milani, perchè no? Anche don Gianni! Sarebbe quello ideale, ma visto che non è possibile, possiamo provare a realizzarlo noi seguendo i loro insegnamenti.
Maria
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