Il 23 e 24 giugno abbiamo celebrato la FESTA DEI POPOLI. Le prime sei edizioni si sono svolte nel cortile della casa Comboniani in Via Giulio Petroni 101. Quest’anno la festa è diventata una festa cittadinanza e si è svolta al porto di Bari in Largo Cristoforo Colombo. Hanno partecipato 20 associazioni e organismi di diversi paesi il Comune di Bari ha messo a disposizione le strutture e i Missionari Comboniani con l’Associazione Abusuan hanno provveduto a realizzare l’evento.
La prima tenda non era dedicata alla vendita di cibo o all’esposizione di oggetti di artigianato ma all’incontro tra le religioni. Chi visitava la tenda poteva leggere qualche brano della Bibbia e del Corano; poteva sedersi a riflettere e poteva anche scrivere qualche impressione.
Mi auguro che in molte parti d’Italia si realizzi la festa dei popoli anche come festa delle culture e delle religioni.
LA RELIGIOSITÀ DELL’IMMIGRATO deve essere ascoltata e amata, mai ignorata o temuta. Dio agisce a modo suo nel cuore di ognuno e noi, cristiani cattolici, dovremmo essere felici e incontrarci volentieri con tutte le persone che cercano Dio con cuore sincero.
Fatto il primo viaggio della speranza per lasciare indietro la paura della morte per guerre, fame, mancanza di opportunità, non è detto che il viaggio sia finito, anche se si è trovato un paese in cui stabilirsi.
Esiste sempre una seconda paura da vincere: la paura di vivere, nella ricerca di accoglienza, stima, considerazione, opportunità religiosa. Oltre le difficoltà della legislazione ci sono quelle ancora più pesanti della difficoltà di relazione.
È qui che la nostra comunità barese entra in gioco, per stabilire relazioni con i migranti, che si sentono persone umane, accolte con le loro culture e qualità, valorizzate per il dono di sé che stanno facendo alla comunità che li accetta.
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