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  • San Marcello

“Tutto ciò che non è dato è perduto!”


Con questo proverbio indiano, Dominique Lapierre ha esordito venerdì 23 settembre nella Cattedrale di Trani gremita di gente (non poteva essere diversamente).

Lo abbiamo incontrato a margine di una serie d’iniziative di beneficienza a favore dei bambini lebbrosi di Calcutta.

Il suo arrivo è stato accolto da tutti come un momento di festa: è un grande applauso a dare il benvenuto allo scrittore francese e a sua moglie Dominique. Lui: solare, entusiasta, pieno d’energia.  Nel luglio scorso ha compiuto ottant’anni ma quello che si vede davanti è un uomo che ispira vigore, che ispira affetto, come se si conoscesse da sempre, ma anche un po’ di soggezione, se si pensa a tutto quello che ha visto, scritto, raccontato e realizzato nella sua vita.  Lei, Dominique, è altrettanto incantevole, delicata, con un sorriso per tutti. Lui la chiama “la grande Dominique”.    


Relatore straordinario: Lapierre ha colpito il cuore dei presenti illustrando il suo percorso di vita in India , sua seconda patria.

A questo magico paese ha dedicato il suo nuovo libro, dal titolo “India mon amour”.

In questo volume ci racconta la sua storia d’amore con un continente dove ha creato la fondazione  Citedelajoie.com  destinata ad aiutare i bambini malati di Calcutta.

Un’avventura che prosegue da decenni, a cui, come ci ha confermato lo stesso Lapierre, sono destinati fondi e i diritti delle sue pubblicazioni.

Lapierre vede, scrive e racconta con il cuore, ma il giornalista che è in lui sa trovare e raccontare storie che altrimenti sarebbero state più difficili conoscere.

Questa grande storia d’amore con l’India Lapierre l’ha raccontata attraverso una serie numerosa di testimonianze personali, ricche di passione e di commozione, di tristezza, dolore ma anche di entusiasmo e gioia.

Con lui, il suo “talismano” personale, da cui non si separa mai durante i suoi viaggi: il campanello dell’”uomo-risciò” di Calcutta, o dell’”uomo-cavallo” raccontato nel suo libro culto ”La Città della gioia”.

E’ il suo “cellulare di Calcutta”, come lo chiama lui.  “La voce degli uomini che non hanno voce nel mondo, dei veri eroi dell’umanità”.  Gli porta la voce di quel mondo e quelle strade a cui è così legato.

Quel mondo che venerdì sera Lapierre ci ha fatto toccare con mano. Quel mondo cui possiamo a nostra volta dare una mano, acquistando un suo libro per esempio, o provvedendo a dare un contributo all’associazione di Lapierre, dove operano volontari preparati e dove il lavoro è molto.

A Trani, partendo da un’iniziativa voluta fortemente dall’avvocato Giuseppe Albrizio e la signora Mariagrazia (sua moglie), grazie alla collaborazione di privati, sono stati raccolti più di 20.000 euro.

“La generosità di Trani è molto grande“, ha dichiarato Lapierre al termine dell’incontro.

“Questi soldi serviranno a costruire un battello ospedale  dal nome “Trani mon amour” che, assieme ad altri 4 battelli già in opera, navigherà sul delta del Gange per toccare le 54 isole totalmente abbandonate, portando aiuti medici agli ammalati”.

“Salvare un solo bambino – ha concluso Dominique Lapierre con le parole di Madre Teresa di Calcutta- è come salvare il mondo”.

Tonino D.

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